MARVELIT

PRESENTA

Di

Carmelo Mobilia & Igor Della Libera

IL TRONO DI TITANO (I parte)

# 28

 

<<Mi chiamo Richard Rider e non mi sono mai piaciuti i film di fantascienza. Li adorava mio fratello, ma tra i due quello che è stato scelto da un alieno morente (dove l’ho già sentita, questa storia?) ed ha finito per ottenere dei super poteri e un posto della guardia Nova sono stato io.>>

Come inizio per il mio olo-messaggio finale, il mio lascito ai miei compagni e alla mia famiglia non era male, ma avevo ancora una speranza di riuscire a scappare da Titano.

 

Finora ce l'aveva fatta. Gli era bastato coprirsi con un mantello con cappuccio per passare inosservato.  Era una soluzione da film, ma aveva funzionato.

Uscì dal vicolo dove aveva iniziato la registrazione nel caso le cose non fossero andate bene. Sapeva che le guardie di Mentore lo stavano cercando e che presto sarebbero arrivate anche in quel pezzo di città che era sempre stata l'ultima ad arrendersi alla visione di pace coatta del re di Titano e del suo consigliere computer I.S.A.A.C. Lì esistevano ancora commerci illegali, criminalità poco organizzata e locali malfamati dove anche i cittadini sapienti e in pace con se stessi ogni tanto andavano a sfogarsi. Dopo quello che era successo nelle ultime settimane sul pianeta era l'unico angolo in cui su Titano c'era ancora la libertà.

Doveva andarsene da lì e mantenere la promessa che avevo fatto a Starfox. Era stato lui a dargli quell'indirizzo e a rivelargli la parola d'ordine, che insieme a tre colpi precisi di nocche sulla porta di acciaio, gli avrebbe evitato di essere ricevuto a raggi laser in faccia dai suoi occupanti.

<Eros e Thanatos.> pronunciò in modo corretto grazie al traduttore cosmico inserito nel casco. Il vuoto lasciato dallo spioncino si riempì di un paio di occhi diversi da quelli che lo avevano fissato fino a quel momento.

<Non ti ha seguito nessuno, non hai i cagnacci di Mentore alle calcagna, vero straniero?>

Disse una voce femminile.

<Mi manda Eros, è stato catturato, ma prima che succedesse è riuscito a darmi questo indirizzo. Ho bisogno di una cosa in vostro possesso per lasciare il pianeta e superare la barriera che Mentore ha messo a protezione e che blocca anche i poteri della mia tuta.> disse, e per rendere più chiara la cosa si abbassò il cappuccio.

La sua maschera di metallo scintillò rivelandone l'identità di guardiano spaziale. La porta si aprì e si ritrovò di fronte ad un'aliena dalla pelle bianca e dai tratti felini: occhi allungati e orecchie a punta. Sul petto si intrecciavano due cartucciere che coprivano quasi del tutto un top rosso fuoco. Una serie di pistole pendevano da un cinturone stile far west. Il suo computer di bordo analizzò quella bellezza. Uscì fuori subito il suo nome e anche il gruppo con cui di solito militava.

<Hepzibah, giusto? Ho sentito parlare di te e dei Predoni Stellari.>

<Invece per me sei uno dei tanti con addosso quel costume da poliziotto spaziale. Mettiamo subito in chiaro che non impazzisco per voi Nova. Non mi piacciono i distintivi.>

<Non dobbiamo piacere alla gente, serviamo e proteggiamo. Ho l'impressione che anche tu sia bloccata qui su Titano ...> disse sperando che il tono da duro avrebbe funzionato. Non voleva che quell'aliena sospettasse anche minimamente la sua età.

Lei Iniziò a camminare lungo il corridoio dove c'erano delle porte automatiche. Entrarono in una di queste. C'era un tavolo e degli alieni che trafficavano con materiale tecnologico. Uno assomigliava ad uno scarafaggio e Nova notò che, nonostante avesse delle chele al posto delle mani, riusciva ad essere molto preciso e veloce nel suo lavoro.

L'altro era una specie di grassone informatico spaziale. Non aveva braccia. Sembrava un barbapapà monco in grado però di muovere gli oggetti con il pensiero ecco perché la specie di tablet che stava utilizzando fluttuava davanti a lui.

<Avete finito. Ditemi di sì così posso spedire nello spazio il novellino.>

<Ho parecchia esperienza...> disse ed era vero. Faceva quel lavoro da un bel po'.

<L'età non ha mai contato per me. Interessa più a te Nova visto che hai cercato di nasconderla con il tono da uomo consumato di prima. Peccato che le donne della mia razza riescano ad annusare non solo gli odori, ma anche altre cose tra cui... gli anni di una persona. Hai anche un nome? Giusto per sapere cosa dire dopo che sarai stato disintegrato dagli Annichilitori. >

Trangugiò senza farlo notare e chiese.

<Cosa ci fai ancora qui? Potresti aver già preso il volo usando la scatoletta di cui mi ha parlato Eros, quella che dovrebbe spedirmi oltre la barriera di protezione.>

<Mi secca ammetterlo, ma non ho il fisico.>

La guardò.

<A me sembra che stai una favola.>

<Guarda che con me non attaccano le smancerie e le sviolinate. Torniamo seri, la situazione è drammatica e il tempo è poco. Allora, è pronto lo “smolecolatore”?>

Non gli serviva il suo computer per capire che quel nome non prometteva nulla di buono.

<Ti sei zittito di colpo. Se non mi interrompevi prima avrei finito di dirti perché serve un certo fisico e parecchio potere per riuscire a superare la barriera.>

<Puoi spiegarmelo adesso, prometto che non fiaterò.>

Anche perché la gola mi si era seccata di colpo insieme alle parole.

L'alieno con le chele alzò un braccio.

<Fat Crab ha completato l'inserimento dei dati atomici, le coordinate dovrebbero essere precise al...>

Fat Crab girò la testa di 360 gradi rivelando un altro disgustoso aspetto della sua forma grassa.

<Al 88%.>

<88% è un buon numero.> sottolineò Hepzibah.

<Ora la attaccheremo al petto del nostro amico poliziotto spaziale.> disse l'insettoide e Nova si pentì di aver acceso quel dannato traduttore. Sarebbe stato meglio non sapere quello che disse la piratessa subito dopo che il granchio collegò la piastra dell'armatura al congegno.

<I tuoi atomi verranno scomposti e poi ricomposti nello spazio, oltre la barriera. Grazie all’energia dei Nova dovresti resistere ad entrambi i processi e come ha detto palla di lardo c'è una bassa possibilità che tu non ti riformi e che i tuoi atomi vengano dispersi nel cosmo e una ancora più esigua che le coordinate siano sbagliate e ti ritrovi, materializzato si, ma in un buco nero o troppo vicino ad uno dei soli di Titano.>

<Adesso tocca alle buone notizie.> scherzò o almeno ci provò.

<Non ce ne sono. Conosci il piano.>

<Si sulla terra dovrò portare il messaggio che mi ha dato Eros ai suoi compagni. Mi ha assicurato che sono i migliori per questa missione, conta sul loro aiuto. Rappresentano l'ultima speranza per Titano e anche per gli altri pianeti viste le intenzioni di Mentore. Quando l'S.O.S di Starfox è arrivato ai Nova Corps nessuno credeva a quello che diceva, d'altronde per il resto dello spazio Titano è ancora governato saggiamente e Mentore è il miglior sovrano che possa esistere. >

<Mentore è impazzito, il problema è che lo sappiamo noi e basta. Si sta muovendo con accortezza senza dare troppo nell'occhio per non finire nel radar del consiglio spaziale. Sa bene che l'effetto sorpresa è quello che garantirà la realizzazione del suo piano.>

<Ha fatto i conti senza Eros e visto che non sa che sono su questo pianeta l'effetto sorpresa sarà a nostro vantaggio. >

Mentre parlava una luce si accese e poi la scatola iniziò a ticchettare.

Hepzibah continuò a spiegare ignorando la cosa.

<Anche io sono arrivata qui sotto copertura dopo che la voce che stava succedendo qualcosa di strano è arrivata alle orecchie di Lilandra. Da quello che mi dici può averla saputa solo da uno dei vostri. Corsaro voleva che ci infiltrassimo tutti, ma poi abbiamo deciso che quella con più chance di non essere scoperta sarei stata io.>

<Tornerò con i rinforzi e scopriremo cosa sta succedendo davvero. Ho visto quello che sta creando Mentore nei sui laboratori ed è orribile, più di quelle creature ibride che chiamate Annichilitori.>

Si bloccò sentendo che il suono che proveniva dalla scatola era aumentato d'intensità.

<E' normale che faccia così?>

<Si è il conto alla rovescia, non manca molto a quando non avrai più un corpo.>

<Allora mi aspetta un bacio portafortuna.>

Hepzibah si avvicinò a Nova. Non fece nulla perché esplose un rumore di acciaio che si lacerava e grida disumane.

La porta scorse e un uomo con la faccia completamente bruciata comparve sulla soglia.

<Ci hanno trovati... gli Annichilitori sono guidati da Testa di Morte... dovete scappare!>

Cadde in avanti mostrando che anche la schiena era stata scorticata dal fuoco.

Nova avrebbe voluto aiutare la gatta, ma in quel momento iniziai a sparire e prima che lo facessi del tutto ebbi il tempo di vedere una specie di Terminator dalle sembianze femminili che trasformava il suo braccio in un cannone. Sparò nella mia direzione, ma a quel punto io non ero più nella stanza.

 

La Terra. Los Angeles, base dei VCO.

<No fermi! State sbagliando tutto! Dovete attenervi ai disegni!> gridò Eric Masterson <Agent, prendi quei sacchi di cemento e toglili da là. Julia, quella trave va spostata più in alto! Tigra per favore, dalle una mano a spostarla più su.>

<Ehi Masterson, ti è venuto il trip del comando? Perché non …>

<No stammi a sentire USAgent: Chi è l'architetto trai due? Il punto è che se inizierai a darmi ascolto senza fiatare troppo e mettere in discussione ogni parola solo perchè sei abituato a dare gli ordini invece di riceverli, riusciremo a terminare la ricostruzione in tempi brevi. Immagino che faccia piacere a tutti avere di nuovo un tetto sulla testa...

<Uh, 1 a 0 per il tonante! Becca, testa alata!> sorrise Tigra.

<Stavolta ha ragione lui> disse Aracne <Dai, facciamo come ci dice. Non voglio che mia figlia si senta una rifugiata in mezzo alle macerie.> Walker sbuffò e fece di “si” con la testa. La base era un cantiere a cielo aperto, ma nelle ultime settimane si vedevano già dei progressi nella ricostruzione dell’edificio. Eric era un architetto altamente qualificato e inoltre poteva contare su “operai” dai grandi superpoteri che permettevano di accelerare i tempi di lavoro.

<Ehi ma dove sono andati a cacciarsi Pym e la verdolina? Ci farebbero comodo le loro braccia forzute.>

<Sono nel laboratorio di Hank a fare qualche esperimento. Non chiedermi di più. Comunque Hank ci ha dato la sua pistola per rimpicciolire ed eliminare il materiale di scarto. E' molto comoda. Avrei voluto averla quando c'era da far sparire alcuni dei miei ex del liceo> gli rispose Greer Nelson.

Nel suddetto laboratorio, infatti, Calabrone e She Hulk erano impegnati effettivamente in un delicato esperimento scientifico. La donna era collegata ad una strana macchina, con delle ventose appiccicate un po’ ovunque, mentre Hank stava a smanettare alla console del computer.

<Sei sicuro che sia sufficiente? > domandò la cugina di Bruce Banner.

<Si, sta tranquilla. Devo solo “registrare”, per così dire, l’aura gamma che emetti e sintetizzarla i un localizzatore che ho costruito la sera scorsa; in questo modo cercheremo di rintracciare la scia gamma che quell’Hulk Rosso rilascia, la prossima volta che lo incontreremo.

<Un Hulk Rosso... Dio, certo che è un vero mistero. Chi credi chi possa essere in realtà?>

<Non ne ho la minima idea. Di certo non è tuo cugino… ho scoperto che è stato avvistato altrove mentre noi combattevamo a Orange Country.  Ho escluso anche Rick Jones e Leonard Samson dai probabili candidati. Ad ogni modo, è una nostra responsabilità. Fin dalla loro fondazione, una delle priorità dei Vendicatori è stata quella di aiutare Hulk. Non so perché il destino si è messo a giocare con noi, ma pare che ci sia stata data una seconda occasione per riscattarci, e non la falliremo. Scopriremo chi è quest’altro Hulk e lo aiuteremo.>

<Sono con te Henry. Non so chi sia in realtà quel tipo, ma per solidarietà tra ... gamma irradiati, ti aiuterò. Certo che queste ventose e questi sensori potrebbero prudere un po' meno e non posso nemmeno muovermi per grattarmi... voi scienziati siete proprio dei sadici> il tono di She Hulk era la sua difesa migliore contro la sensazione che quell'Hulk Rosso avrebbe portato altri lutti nella sua vita. La morte di suo padre, anche se si sarebbe fatta scorticare piuttosto di ammetterlo, l'aveva cambiata. Faceva di tutto perché non fosse così e aveva bisogno di distrazioni, anche quelle lunghe ore sondata da Pym per estrapolarne il tracciato Gamma andavano bene, l'importante era non tornare con la mente alla battaglia nella chiesa dove suo padre era stato ucciso.

 

All’esterno.

 

<Sai Greer, mi sento un po’ in colpa per non essere stata qui la settimana scorsa, quando avete affrontato quel... Hulk Rosso, mi pare di aver capito.> disse Aracne, mentre lei e Tigra trasportavano la trave d’acciaio come ordinatogli da Eric.

<Si, giusto.   Meno male però che Thunderstrike è venuto in nostro aiuto... senza contare della mano che ci ha dato War Machine. Non eravamo propriamente “scoperti” ... e poi, mi rendo conto che essere una mamma single ti tenga molto occupata ... senza contare tutti i tuoi recenti problemi personali.>

<Già > sospirò Julia < In ogni caso, sono contento di essere tornata. Anche Rachel è contenta di essere qui.>

<Oh si, ho visto. Ha fatto subito comunella con il figlio di Eric ... dove sono adesso?>

<Nella sala dei trofei. Dici che devo preoccuparmi?>

<Beh forse ancora no ma... tienili d’occhio. Sono nell’età dello sviluppo. Ti ricordi come eravamo noi alla loro età?> le disse Tigra, ammiccandole e strizzandogli l’occhio.

<Ti prego non dirlo. Lo so che lo stai pensando...>

<Se non vuoi non ti chiederò se hai già fatto o no il “discorsetto” a Rachel sulle protezioni. Conoscendoti ho paura che sei ferma alle api e ai fiorellini...>

<Sono una madre molto più moderna di quanto credi, e poi so bene che per quanto provi a proteggerla certe cose succederanno, ma so anche che tra le due donne di casa Rachel è quella responsabile.>

<Se vuoi ci pensa zia Tigra a farle il “discorsetto”>

Aracne non rispose e Tigra la aiutò a sollevare la trave che aveva legato con le sue ragnatele creando il sistema di sollevamento che gli aveva suggerito Masterson.

 

***

 

<<Lo spazio non è vuoto come tutti erroneamente pensano.>>

La voce di mio fratello, con il suo tono un po’ professorale, mi tornò alla mente nell’istante in cui i miei atomi tornarono al loro posto e io mi ritrovai oltre la barriera protettiva di Titano a fissare da un punto nel cosmo il pianeta.

<<Non è vuoto perché è attraversato da vari tipi di radiazioni come quella elettromagnetica o quella prodotta dalle microonde. Possiamo definire queste energie come il “flusso sanguineo del cosmo.” La materia, la carne e il sangue è formata da massa oscura e antimateria, ma immagino che il tuo cervello sia sul punto di scoppiare.>>

Ogni volta che volavo nello spazio per qualche missione mi ricordavo di quel discorso. A me continuava a sembrare vuoto ma la realtà era ben diversa.

<<MINACCE IN AVVICINAMENTO>>

Non ero ancora riuscito a farmi modificare la voce del computer di bordo. Suonava tristemente uguale a quella di mia madre che mi avvisava che ero in ritardo per la scuola. Brutti ricordi ma peggiore in quel momento era la visione sul radar interno di una serie di puntini che erano apparsi dal nulla e che si muovevano velocemente verso la stella rossa, simbolo dei Nova Corps, che segnava la mia posizione.

 

Non ci mise molto a capire che su Titano si erano accorti del salto e che avevano mandato degli Annichilitori ad eliminarlo. Erano sempre più vicini. Doveva usare i poteri per respingerli mentre il computer elaborava un piano d'azione più efficace del combattere esseri che erano considerate perfette macchine assassine. Erano il frutto malato dell'ingegneria genetica. Ibridi di soldati di Titano con il D.N.A dell'esercito di Annihilus: il tipo con le ali pipistrello e la pessima capacità di abbinare i colori che causò un sacco di problemi ai Fantastici Quattro e ai Vendicatori. Uno i questi evitò i suoi attacchi e lo afferrò affondando gli artigli nelle braccia di Nova. La bava che usciva dalle sue fauci colava sul casco di Nova e a contatto con il metallo questo iniziò a sfrigolare. La sua saliva era un potentissimo acido. Cercò di liberarsi dell'aggressore ma le unghie penetravano sempre più la tuta ancorandolo a lui. Fu a quel punto che il computer emise il verdetto.

<Pronto ad un nuovo salto, ho convogliato l'energia per riattivare la scatola e ho inserito le coordinate terrestri…>

Non capì molto.  Non sentiva più nelle orecchie la voce della madre. Quelle parole gli sembrarono suonare come un invito a letto da parte di Megan Fox. Riuscì solo a vedere le feritoie dai bordi taglienti che erano gli occhi del mostro prima di sparire di nuovo, pronto ad un nuovo salto nel vuoto.

 

La Terra. Los Angeles, base dei VCO.

 

Kevin Masterson e Rachel Carpenter erano due ragazzini che avevano in comune una caratteristica molto particolare: erano entrambi figli di due supereroi. Come accade in questi casi, vuoi per l’essere coetanei, vuoi per questa insolita affinità, i due finirono per fare amicizia.

Si aggiravano per la sala dei trofei, che era stata già parzialmente ricostruita.

<Papà mi ha portato a vedere la base di New York. E’ decisamente più bella di questa.> disse Kevin.

<Ah il tipico newyorkese che si vanta della sua città!> lo punzecchiò Rachel <Pensate sempre che le cose della vostra città siano sempre le migliori. Ora perché la nostra è mezza distrutta ... ma lo sai quant’era bella, prima del terremoto? Sembrava di stare in un villaggio vacanze!>

<Beh ma io mi riferivo alla sala dei trofei. C’erano molte più foto, oggetti appartenuti ad altri eroi ... c’erano molte più cose, insomma...>

<Mia mamma non è sempre stata con I VCO, ma ha saputo da chi c'era che certe delle loro avventure... beh diciamo non meritavano di essere ricordate. Ci sono tutti i file delle missioni nel computer. Una delle mie preferite è quella con Pandemonio e il popolo gatto>

Rachel per sottolineare il suo apprezzamento miagolò e la sua voce sembro dolcissima all'orecchio di Kevin.

<Rimane il fatto che c'erano molte più cose... la testa di Ultron mi ha sempre fatto molto paura. Sembrava che continuasse a guardarti anche se era staccata dal corpo>

Kevin sgranò gli occhi. Rachel lo bloccò prima che si lanciasse in qualche imitazione del super cattivo.

<Ultron l'hanno affrontato anche gli Ovest. Io ero qui quando è successo. Ha ucciso Carlos, il nostro giardiniere. Fu orribile.> disse la ragazza ricordando quel brutto momento. Poi però torno al discorso originale:

< Comunque il confronto non esiste. I Vendicatori Est sono in giro da molto più tempo, gli Ovest invece da molto meno ...>

<A New York ci sono i pesi massimi... ehi, lo senti questo rumore?>

<Si sembra un fischio... e si fa sempre più forte …>

Si abbattè sulla parete appena ricostruita come un missile. Alzò un immenso polverone che oscurò per qualche minuto l’aria e la rese irrespirabile. Kevin e Rachel, spaventati ma illesi, tossirono copiosamente e cercarono di intravedere che cos’era che era precipitato. Il corpo di Nova, ancora fumante, apparve dinnanzi a loro non appena si diradò la nebbia che la polvere alzata aveva provocato.

<E’ ...è ... chi è??> domandò la ragazzina coi capelli rossi.

<Io lo conosco. E’ Nova dei New Warriors. E’ di New York. Cosa ci fa qui?>

<S-Scappate ... > disse Nova con un filo di voce <S-Sta arrivando …>

<Chi? Chi sta arrivando?> gli chiese il giovane Masterson.

Nova alzò il braccio e proietto una barriera d'energia intorno ai due ragazzi. Non potevano più fuggire. Fortuna che il suo computer di bordo aveva percepito la minaccia e l'attacco prima che questo andasse a segno. Lo scudo resse l'impatto con una fiammata lavica che sembrava essere stata vomitata dall'aria. Non era così e Rachel si strinse a Kevin ed entrambi sotto la cupola gialla videro l'annichilitore che usciva da dietro alcune colonne dove erano disposti alcuni cimeli tra cui alcuni provenienti dal far west. Spalancò le fauci e Nova sempre da terra usò l'altro braccio per sparargli contro uno dei suoi raggi.  L'annichilitore però non fece in tempo a reagire se non spalancando le fauci da insetto perché qualcosa lo colpì con forza alle spalle e lo proiettò, come il sasso di una fionda, dall'altra parte della sala.

<Nova.  L'ultima volta che ci siamo incontrati tu e i tuoi amichetti mi avete solo creato problemi.> Thunderstrike avanzò mentre Nova si rialzava a fatica. 

<Thor... non devi sottovalutare l'annichilitore, non vengono sconfitti così facilmente>

<Adesso mi chiamo Thunderstrike. Porta i due ragazzi lontano di qui, mi occuperò personalmente della disinfestazione, poi tu però dovrai rispondere ad un bel po' di domande>

Kevin guardò pieno di speranza il padre che si avvicinò all'annichilitore che sembrava non dare segni di ripresa. Nova si avviò verso l'uscita dove però USAgent e Aracne gli bloccarono la strada. Quest'ultima passò vicino alla ragazzina e le passò affettuosamente una mano tra i capelli.

<Andatevene di qui, fuori ci sono gli altri a proteggervi nel caso l'amico di casco giallo non fosse arrivato qui da solo> le sussurrò in un orecchio.

Thunderstrike puntò il martello verso la creatura. USAgent gli arrivò di fianco.

<Cos'è questa creatura? Da dove è sbucata?>

<Sono domande che dovremo fare a Nova. I due sono apparsi più o meno allo stesso tempo>

L'annichilitore aprì i suoi occhi composti come quelli di una mosca. Si voltò e sparò dalla bocca la sua bava infuocata. USAgent protesse Thunderstrike con lo scudo. L'annichilitore stese due ali membranose e poi i suoi artigli si allungarono come coltelli ricurvi.

Aracne lo avvolse nella sua ragnatela e Thunderstrike era sul punto di colpirlo quando il mostro si liberò. USAgent gli lanciò contro lo scudo che l'essere fermò tra le sue fauci.

Thunderstrike non ci pensò due volte. Il materiale dello scudo era un ottimo conduttore soprattutto per un fulmine mistico generato e controllato come quello che scagliò lasciando che il disco facesse da cassa da risonanza dell'energia. L'annichilitore si trovò attraversato dalla scossa. Puntò il suo braccio contro i nemici e prima di sparire, lasciando l'aria pregna di elettricità e del suo puzzo, sparò le sue unghie. Una di questa ferì di striscio Aracne. Le altre invece finirono per conficcarsi nei muri.

< L'hai vaporizzato> disse Aracne tenendosi la spalla <Prima che vi preoccupiate, è solo un graffio.  Il mostro non ha rappresentato una grande minaccia, meglio così visto come siamo vulnerabili in questo momento. Adesso ho solo una gran voglia di raggiungere e consolare mia figlia>

<E io di sapere da un certo ragazzino che gioca a fare l'eroe perché è qui e perché era inseguito da quella cosa...> disse Eric, stizzito. In quel momento Pym e She Hulk arrivarono sul posto.

Lo scontro con la creatura aliena aveva vanificato gli sforzi di ricostruzione della base.

<Non abbiamo nemmeno cominciato a ricostruire una parte della villa che un altra finisce a pezzi.  Forse dovremmo lasciarla così com’è...> sospirò sconsolata Tigra.

<Uh scusate, non è che l’ho fatto apposta... quando uno ha il fiato di quei cosi sul collo non pensa molto alle conseguenze... avevo le coordinate della vostra base e un’unica possibilità di azionare di nuovo il bootube> disse Nova.

<Non ti sei accorto che qui c’erano due ragazzini?> esclamò Thunderstrike. Aracne, anch’essa genitore, sembrava essere d’accordo con lui.

<Sta buono, ‘Strike. Il ragazzo era in pericolo e si stava battendo per sopravvivere. Non sono le condizioni ideali per un atterraggio d’emergenza. Tu dovresti saperlo meglio di chiunque altro, qui dentro.> lo riprese Hank che aveva già avuto da Nova alcune delle spiegazioni che gli altri ancora cercavano.

Ricordando quant’era imbranato durante i suoi primi giorni da “dio del tuono” sostituto, Eric si rese conto di essere stato eccessivamente severo.

<Ok ok ... ritiro tutto. Mi ero solo spaventato per via dei ragazzi, tutto qui.>

<Papà, è stato bravo. Ci ha protetto con il suo scudo e poi ci ha difeso> disse Kevin che non voleva saperne di tornare nella sua stanza. Lo stesso valeva per Rachel.

<Quel che fatto è fatto.> tagliò corto USAgent <perché sei venuto fin qui dallo spazio? Che cosa vuoi da noi?>

<Come ho detto a Pym sono qui per consegnarvi questo> disse il razzo umano, poggiando per terra un oggetto rotonda dalla forma sconosciuta.

<E cos’è sto coso? Una specie di giocattolo spaziale?> domandò She Hulk con aria curiosa <Il boom coso di cui parlavi?>

<No. > rispose Nova < Più che un giocattolo è simile ad una email cosmica e contiene un olo-messaggio da parte del vostro amico Starfox.>

<Da... Starfox?> chiese ancora Jen <E perché non ci ha contattati direttamente?>

<Credo che lo stiamo per scoprire...> osservò Hank

L’oggetto metallico si aprì e proiettò una luce azzurrognola, che assunse la forma del loro compagno.

 

<<Questa è una richiesta d’aiuto per i Vendicatori. Solo voi potete aiutarmi! Titano è impazzito! O meglio, mio padre lo è! Ha riunito un esercito di mostri e ha trasformato il mio pianeta in un infernale dittatura, e lo ha sigillato con una barriera impenetrabile! Non ho molto tempo prima che mi scopra. Dovete venire al più presto e aiutare la resistenza a salvare il mio pianeta, a fermare Mentore e il suo piano di conquista. Non si fermerà con Titano. Presto toccherà anche alla Terra. Se riceverete questo messaggio vorrà dire che sono stato catturato. Ho delle persone fidate sul pianeta che possono aiutarvi. Chiedete a chi vi porterà questo messaggio per informazioni precise, per me il tempo è finito. Non so che intenzioni abbia Mentore nei miei confronti ma la sua follia potrebbe spingerlo anche ad uccidere suo figlio...>>

 

Su quella parola il messaggio si interruppe e la voce sfrigolò diventando incomprensibile prima di sparire del tutto. La figura di Starfox sopravvisse qualche secondo di più ma poi anche questa si dissolse come foschia spazzata dal vento.

I Vendicatori rimasero in silenzio, esterrefatti dalla rivelazione fatta dal loro compagno.

Fu Thunderstrike a rompere il silenzio:

<Uh non aveva un bell’aspetto...>

<Confermo ogni parola.> disse Nova <Titano è davvero il disastro che dice. Sono riuscito a fuggire – a malapena – solo grazie all’aiuto di un gruppo di ribelli guidato da una donna chiamata Elysius e da Hepzibah dei Predoni Stellari. Mi hanno mandato qui per portarvi su Titano e aiutarli a rovesciare Mentore.>

<Non ci posso credere che Mentore abbia fatto quanto abbiamo appena sentito. > disse Hank Pym.

<Io non ho mai avuto modo di dubitare della parola di Eros. E’ tante cose quel ragazzo, ma non è un bugiardo.> disse Tigra.

<Io lo conosco da più tempo, fin da quando si unì ai Vendicatori e posso confermare ogni parola della gattina. Se ‘Fox dice che ci sono problemi su Titano potete scommetterci la camicia che è così.> aggiunse She Hulk.

<Ma quella registrazione potrebbe essere fasulla> osservò Aracne <Potrebbe essere un bluff per farci cadere in una trappola... o forse vogliono che ci allontaniamo dalla Terra. Non sarebbe la prima volta che qualcuno fa uno scherzo del genere.>

<Senza contare che Titano non è proprio nella nostra giurisdizione> si intromise USAgent <Siamo gli eroi più potenti della Terra, non i Guardiani della Galassia.>

<I Vendicatori rispondono sempre ad una chiamata d’emergenza da parte di un compagno in difficoltà, Agent> rispose stizzita Tigra <Non dovresti essere tu quello solidale con i tuoi commilitoni?>

<Ehi gattina se pensi che mi voglia tirare indietro, ti stai sbagliando di grosso! Dico solo... cosa ne sappiamo noi di pianeti alieni, dopotutto?>

<Hank> riprese Aracne <Non abbiamo modo di contattare Starfox?>

<A dire il vero, si: la Visione era collegato ad I.S.A.A.C. il computer principale di Titano. Ma se le cose stanno come ci ha detto nell’olo-messaggio, non ci sarà modo di allacciare la comunicazione.>

Nova non ne era così convinto. La ragione era semplice.

< Mentore non vuole allarmare il consiglio galattico e gli altri pianeti. La protezione intorno a Titano non è stata completata e comunque è stata fatta passare come qualcosa di voluto dal governo e approvato dagli altri membri del consiglio. Sta agendo all'esterno con molta cautela. La stessa che non ha dentro le mura amiche dove ha instaurato un regno del terrore e dove sopprime ogni tentativo di resistenza.

Calabrone guidò il gruppo nella sala dei computer. Nessuno fiatò. Usò il canale privato con Titano. Lo schermo rimase nero per qualche istante poi le linee composero il volto schematico del super computer. La voce meccanica non aveva inflessioni eppure sembrò a tutti che le parole che disse, in seguito alla richiesta di Calabrone di parlare con Mentore e Starfox, non fossero quelle dell'intelligenza artificiale consigliera di un tiranno sanguinario.

<<Li ho già contattati e saranno qui nella sala comunicazioni al più presto. Eros da quando è tornato non ha fatto altro che raccontarmi delle avventure vissute con il vostro gruppo. Ho saputo purtroppo anche delle tragedie che l'hanno colpito negli ultimi tempi. >>

<Fa parte del lavoro di Vendicatore, come anche confermare le voci non affatto piacevoli che circolano su certe situazioni che stanno accadendo su Titano.> gli disse Calabrone.

<<Io non sono al corrente di nulla di destabilizzante sul nostro pianeta ma sono sicuro che preferirete sentire questa verità dalle voci di Mentore, il presidente di Titano e di suo figlio Eros. Sono arrivati; vi lascio al vostro colloquio che spero possa portare a dissipare i vostri dubbi. Sono sicuro di parlare a nome di entrambi i regnanti quando dico che una vostra visita, è passato parecchio tempo dall'ultima, sarebbe vista con grande gioia da tutti noi su Titano. Nessuno può dimenticare tutto l'aiuto che voi Vendicatori ci avete dato contro il figlio pazzo e genocida Thanos>>

 Il volto si scompose e comparve quello di Mentore affiancato nell'immagine da Starfox che non sembrava essere prigioniero del padre.

USAgent parò sottovoce

<Io ho una certa esperienza di gente che parla con una pistola puntata alla testa e Starfox non mi sembra uno di questi. Pare che quello che non ce la racconta giusta sia Nova.> osservò sottovoce.

Pym aveva voluto che Nova non fosse presente per non destare sospetti in Mentore qualora il poliziotto spaziale avesse avuto ragione. Parlò lui con il presidente.

Mentore sembrò stupito e addolorato per le voci.

<<Capisco il vostro riserbo nel comunicarvi la fonte da cui avete appreso che Titano sarebbe in pericolo e non posso certo obbligarvi a rivelarla. Posso però invitarvi a vedere di persona cosa sta succedendo sul pianeta.>>

< I.S.A.A.C.  ci ha già anticipato questa possibilità. A tutti noi farebbe piacere rivedere Starfox.> rispose Henry.

<E a me ne procurerebbe di immenso passare del tempo con voi. Non l'avrei mai detto ma mi mancate tutti molto.> rispose Eros < Sono contento di vedere facce nuove nei ranghi.> aggiunse fissando Thunderstrike.

She Hulk si intromise <Mi mancano le nostre chiacchierate. Qui non è la stessa cosa senza di te.>

disse sorridendo. Starfox ricambiò il sorriso. Pym interruppe Jennifer prima che parlasse e rivolto a Mentore disse:

<Accettiamo l'invito.>

Dopo aver concordato i dettagli dell'arrivo la comunicazione si chiuse e Nova rientrò nella sala trovandosi addosso gli occhi di tutti i presenti.

<Sono solo un mucchio di bugie!> sbottò, incredulo per quanto aveva visto.

<Quello non era Starfox, dovete credermi!>

<Siamo più portati a credere ad un nostro ex compagno - che a quanto ho visto non sembrava affatto ne prigioniero minacciato - che ad un ragazzino con troppi poteri che forse si è fatto spaventare troppo dal mostro che gli stava addosso> gli rispose USAgent.

<Mostro che è stato creato da Mentore. L'annichilitore è un ibrido tra dei soldati di Titano e i geni della razza degli Annihilus... io ho visto gli orrori nel suo laboratorio... non c'erano solo quei mostri. Come potete credere che su quel pianeta vada tutto bene?>

She Hulk appoggiò la posizione di Nova.

<Io la penso come il ragazzino. Quello non era Starfox. Avete visto? Ho civettato e lui ha ricambiato. Non mi ha chiesto nemmeno come stavo dopo... quanto è successo a mio padre. No, non è Fox. Sono pronta a scommetterci!>

Thunderstrike non conosceva bene Starfox, poteva esprimersi solo per quello che aveva visto e sentito.

<Non sono un esperto di faccende politiche spaziali ma ho avuto l'impressione che i loro inviti a raggiungerli non fossero totalmente sinceri. Sapendo che probabilmente Pym glie l'avrebbe chiesto, hanno anticipato la questione ma non so perchè mi davano l'idea che non ci vorrebbero tra i piedi. Se stiamo facendo una votazione... io sto con la verdolina.>

<Pym, tu che dici? Sei tu il leader. Cosa facciamo?> disse USAgent.

Calabrone rimase qualche secondo a fissare il pavimento, portandosi la mano sotto il mento, in segno di meditazione. Poi sollevò la testa, guardò in direzione dei suoi compagni e disse:

<Partiamo alla volta di Titano.>

Nova pensò tra se e se:

<Missione Compiuta. Adesso però viene la parte difficile…>

 

CONTINUA...

 

 

Le Note

 

 

Enter... Nova!  Avremmo potuto intitolare questo episodio. L’alter ego di Richard Rider è infatti il vero protagonista di questa storia, che vede i nostri eroi alle prese con un’avventura di proporzioni cosmiche.

A metà fra l’essere un incrocio tra Peter Parker e la versione Marvel di Lanterna Verde, il Razzo Umano fa la sua prima apparizione nel settembre del 1976 nel numero 1 dell’omonima serie per mano di Marv Wolfman e John Buscema.  Qui in MarvelIT Nova a qualche sporadica apparizione nella serie dei New Warriors e nel numero 0 di una serie che purtroppo non è mai partita. Fortunatamente, ci siamo noi ad averlo recuperato e credeteci, ci terrà compagnia a lungo, qui su i VCO.

Nel frattempo ... cosa succede a Titano? E cos’è accaduto a Starfox, personaggio che ci ha accompagnato su queste pagine per tanto tempo?

 

Per scoprirlo non vi resta che attendere il prossimo episodio!

 

Carmelo & Igor.